13:26:42 CASERTA. Vincenzo ed Antonio sono due giovani casertani con la passione per la pizza. Una passione che ha creato un percorso, sviluppato inizialmente su YouTube e che sta proseguendo con l'apertura della pizzeria a Caserta “Na Capata”. Conosciamoli meglio.
Come nasce la passione per la pizza?
“Per Antonio è nata perché si trovava al Politecnico di Milano e stando lontano da Santa Maria a Vico aveva il desiderio di mangiare una pizza buona. Quindi per esigenza, infatti all'epoca a Milano lo scenario relativo alla pizza non era quello di oggi che invece è variegato e di qualità. Per me invece è stata una cosa molto spontanea. Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dal movimento che faceva il pizzaiolo quando preparava la pizza. Una passione, quindi, nata pian piano spontaneamente in maniera graduale”.
Come vi siete conosciuti?
“In maniera abbastanza singolare. Fui contattato, tramite facebook, in maniera del tutto randomica da Antonio mentre lui scriveva la tesi di laurea ed io studiavo giurisprudenza. Mi scrisse perché vide una mia foto mentre cavalcavo, sembra folle lo so, ma mi scrisse per chiedermi, sulla base di quelle foto, se avevo interesse a comunicare insieme a lui la passione per la pizza. In realtà Malati di Pizza è un progetto in comune con l'obiettivo di valorizzare le piccole realtà, aziende del territorio, in maniera del tutto gratuita, attraverso i nostri video utilizzando la pizza come una tela attraverso la quale raccontarle. Uno dei primi video fu sulla mela annurca e volevamo raccontarla attraverso la pizza, quindi con una ricetta, permettendo così, alle persone, che appassionandosi alla ricetta, andavano a scoprire alcuni prodotti che in questo modo andavano a valorizzare le aziende del territorio che le producevano.
Era un progetto molto ambizioso che poi si è arenato per via del fatto che entrambi eravamo impegnati con gli studi e all'epoca non esisteva una community così nutrita circa i pizzaioli amatoriali come invece è oggi. Quindi non abbiamo un ritorno economico”.
Quando avete capito che i rispettivi percorsi su YouTube potevano sfociare in un progetto comune come l'apertura di un locale?
“ Come ti dicevo le nostre strade si sono incontrate sin dall'inizio con l'apertura dei canali YouTube, dopodiché il progetto si è un po' arenato. Io ho continuato con il canale YouTube che è esploso, in termini di numeri, durante la pandemia e così abbiamo ripreso il progetto malati di pizza. Siamo andati avanti per qualche anno solo con la comunicazione e poi abbiamo pensato di aprire un nostro locale per portare avanti una nostra idea di pizza. Un qualcosa di diverso, che nel nostro territorio ancora mancava. Così quindi è nata quest'avventura “Na Capata”, che ci tenevamo a fare nascere nella nostra città natale Caserta”.
Dove vi vedete fra 10 anni e quali sono i vostri progetti futuri?
“Il progetto”Na Capata” per noi non si differenzia solo per il prodotto, rispetto alla altre attività, ma anche dal punto di vista dell'offerta poiché non vogliamo solo produrre la pizza ma vogliamo che diventi anche un hub in termini di comunicazione. In sintesi vogliamo produrre ricette ma anche far diventare il locale un punto d'incontro per tutti gli appassionati di pizza e faree formazione per le persone che si appassionano al mondo piazza”.
I progetti futuri non sappiamo ancora quali sono di preciso perché sono tanti e variano di continuo. Di base abbiamo due obiettivi : uno è quello di valorizzare il nostro territorio e l'altro è quello di diffondere la passione per la pizza e non solo in Italia. Non sappiamo ancora quale sarà la strategia migliore, se aprire più locali o produrre video anche in altre lingue per spingere sulla comunicazione ma gli obiettivi di base sono i due sopracitati”.
Cosa vi sentite di consigliare a tutti quei giovani che vorrebbero intraprendere la vostra stessa strada come youtuber e come imprenditore nel settore pizza?
“Youtuber e imprenditore pizza sono due cose totalmente diverse e non ci sentiamo di dare consigli imprenditoriali a nessuno dato che abbiamo iniziato da troppo poco tempo con la ristrutturazione e così in punta di piedi che non abbiamo ancora quell'esperienza per permetterci di dare consigli. Non è falsa modestia ma veramente ci abbiamo impiegato tanto tempo, 6 anni, prima di lanciarci in questa iniziativa perché non volevamo essere le classiche persone che sfruttano quel poco di eco mediatico per andare poi a monetizzare con l'apertura di un locale.
Ci sentiamo invece di dare un consiglio a chi si vuole approcciare al mondo della comunicazione sia che si tratti di YouTube sia di altre piattaforme social come Instagram, facebook, tiktok o di qualunque cosa sia. Il consiglio è banale ma estremamente veritiero, l'abbiamo visto su di noi, ed è quello di non crearsi maschere ma anzi di essere il più possibile aderenti a quello che sì è perché i social non lasciano scampo. Il nostro modo per creare un solido legame con la community e per non essere visti solo come dispensatori di ricette, è stato quello di essere noi stessi e questo poi è stato apprezzato. Quindi il consiglio è quello di essere genuini e costruire un contenuto e non solo un tormentone”.
Nicola Migliore
